COSA FACCIAMO

SUPPORTO PSICOLOGICO

“Una grave malattia non colpisce solo il fisico di chi si ammala, essa ha sempre delle conseguenze emotive e psicologiche”

I genitori fondatori di ABE, che hanno vissuto direttamente la realtà della malattia, hanno fortemente voluto la presenza del sostegno psicologico direttamente in reparto fin dalla costituzione dell’associazione.

L’obiettivo del sostegno psicologico è quello di aiutare il bambino e la sua famiglia ad attraversare il percorso di cura nel modo meno traumatico possibile e di trovare strategie adeguate per rispondere all’angoscia e allo stress. In particolar modo, gli psicologi ABE si impegnano nell’elaborazione dei vissuti emotivi legati alla malattia, nel favorire l’incremento di abilità quali l’autoefficacia e la resilienza, utili per fronteggiare la situazione.

Drepanocitosi

Nel 2020 gli psicologi ABE insieme ai medici del Day Hospital avevano avviato un progetto coi ragazzi dai 14 anni affetti da tale malattia, interrottosi precocemente con la pandemia. Abbiamo voluto riprendere gli incontri con il gruppo, alla luce anche della partecipazione precedente e del bisogno emerso da parte dei partecipanti di confronto e aiuto.

Scopo degli incontri è avvicinare fra loro i ragazzi e promuovere nuove forme di comunicazione e di relazione, attraverso lo svolgimento di alcune attività.

Compito degli operatori è quello di dare informazioni chiare sulla patologia: gli incontri, inoltre, si propongono l’obiettivo di aiutare i ragazzi nel lavoro di assunzione di responsabilità nei confronti della malattia, favorendo il raggiungimento di maggiore autonomia e sicurezza nella gestione quotidiana.

Come metodologia sono stati scelti prima degli incontri di gruppo psicoeducativi e di informazione medica, della durata di due ore, in ospedale. Sono previsti inoltre incontri, sempre di gruppo, di natura residenziale fuori dall’ambiente ospedaliero, dove consolidare il clima del gruppo e dare spazi di riflessione, condivisione e confronto.

Ai membri del gruppo viene data la possibilità di spazi individuali, aldilà degli incontri fissati, dove poter rielaborare vissuti emersi e consolidare le strategie e le abilità acquisite nell’esperienza gruppale.

Supporto Psicologico alle famiglie con bambini emofilici: AEB con ABE

L’Associazione Emofilici Brescia (AEB) ha voluto rispondere alle richieste di supporto psicologico pervenute al Day Hospital di oncoematologia pediatrica. Da questa domanda è nata una collaborazione con Abe che ha messo a disposizione una psicologa della sua equipe, come risorsa dedicata al bambino emofilico e alla sua famiglia. È importante che anche le famiglie che hanno a che fare con questa patologia cronica del sangue, possano avere a disposizione uno spazio di cura psicologica, oltre a quella medica. Il sintomo psicologico è essenziale tanto quanto quello fisico.

Iniziato come sperimentazione ad agosto 2023, questo servizio continua ad essere rinnovato anche per i prossimi mesi del 2024-2025.

Gli psicologi ABE basano il loro intervento sul Medical Play Therapy, che parte da uno studio scientifico, già finanziato da Gilead Italia e approvato dal Comitato Etico dell’ASST Spedali Civili, che dimostra come la capacità terapeutica del gioco aiuta ad elaborare le emozioni legate alle procedure mediche.

Il MPT porta a una riduzione significativa dei livelli di ansia manifestati dai bambini e dagli adolescenti affetti da patologie onco-ematologiche, che devono sottoporsi a risonanze magnetiche, sia in termini di auto-percezione sia come manifestazione comportamentale esterna.

Inoltre, la ricerca sta valutando come vi sia la diminuzione sia del tempo necessario al bambino per iniziare la procedura sia il numero di Risonanze Magnetiche effettuate in sedazione.

L’équipe di psicologici ABE, formata da tre psicoterapeuti, lavora a stretto contatto con il personale medico, infermieristico ed ausiliario del Reparto di Onco-Ematologia Pediatrica sia presenziando a riunioni giornaliere per un interscambio di anamnesi e pareri, sia formando lo stesso gruppo per una miglior comunicazione e approccio alla relazione con il piccolo paziente e la famiglia.

Alcuni degli incontri sono finalizzati a ridurre il burnout (sindrome che come è noto può “colpire” chi lavora a contatto con realtà di grande sofferenza) e ad apprendere tecniche di rilassamento. Sono inoltre proposti argomenti inerenti la realtà lavorativa del personale infermieristico ed ausiliario (la morte e il morire, l’elaborazione del lutto, il dolore nel bambino ecc.)

PROGETTO SOSTENUTO CON I FONDI OTTO PER MILLE DELLA CHIESA VALDESE